Massoneria Universale
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Emulation seconda parte

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Messaggio  Admin Gio Dic 27, 2007 6:10 pm

Il Gould, uno dei maggiori storici della Masso¬neria, nega ugualmente la presenza del mito Hiramitico nella Massoneria inglese del XVII secolo: "Se Hiram Habif avesse figurato, in quel periodo, nelle cerimonie o nelle tradizioni del mestiere, le Costituzioni manoscritte dell'epoca non conserverebbero, come fanno, un silenzio uniforme ed ininterrotto sull'esistenza reale o leggendaria di un personaggio così eminente nella storia e nella leggenda posteriore dell'Ordine" (9).
L'antica Massoneria inglese, di origine e menta¬lità non solo cristiana, ma soprattutto cattolica, per quanto usasse la tradizione biblica per analogizzare i propri rituali e sapesse quindi sia di Hiram che di Hiram Habif, non ne conosceva il mito di resurrezione, attribuito fra l'altro solo al Cristo. Lo scandalo era manifesto sia fra i cattolici che fra i protestanti, che fra l'altro erano ben attaccati alla loro secolare "querelle" e che la tolleranza religiosa Andersoniana superava di gran lunga quella tradizionale.
L'analisi della genesi (e delle sue fonti) della ri¬tualità moderna esula dagli stretti limiti di questa ricerca. Ci basti affermare che le novità ri¬tuali lentamente introdotte nei circa trenta anni che intercorrono fra il 1717 ed il 1750 furono una creazione spontanea di alcune Logge e non, come si può comunemente credere, una creazio¬ne ex-novo imposta dalla Gran Loggia di Lon¬dra, anche se questa "spontaneità" sembra piut¬tosto guidata e finalizzata. La Gran Loggia subì l'innesto di un esoterismo che complicava note¬volmente quello primitivo.
Le differenze erano tali che la Massoneria in¬glese era già, dalle sue origini, divisa su due fronti: uno che aderiva alla Gran Loggia di Londra ed un altro aderente alle altre varie Masso-nerie dell'epoca, che decise di formare, il 17 giugno 1731, un Comitato di riorganizzazione amministrativa unitaria che inizialmente si denominò "La Molto Onorevole Società degli An-tichi ed Accettati Muratori", fino a che Robert Turner fu eletto Gran Maestro e creò una nuova Gran Loggia, la "Gran Loggia degli Antichi ed Accettati Muratori delle Antiche Istituzioni", detta poi semplicemente degli "Antichi" , mentre quella Andersoniana della Gran Loggia di Londra si denominò dei "Moderni".
La rivalità fra le due Gran Logge, o meglio, delle due anime massoniche, durò decenni, nonostante i numerosi tentativi di pacificazione, fino a che il Duca di Kent, padre della Regina Vittoria, ottenne la Gran Maestranza degli "Antichi" e il Duca di Sussex, suo fratello, quella dei "Moderni".
I due rappresentanti delle Gran Logge, nel corso della Grande Assemblea dei Liberi Muratori per l'Unione della Massoneria inglese del 1813, ed esattamente il 25 novembre, firmarono un patto d'unificazione della nuova "Gran Loggia Unita d'Inghilterra", con alla sua testa il Duca di Sussex come Gran Maestro.
Fra gli articoli del patto d'unione ve ne era uno che imponeva "una perfetta unità" di rituali. In realtà rituali diversi venivano e verranno tollerati, ma l'unificazione sottintendeva mutuamente l'inserimento della nuova ritualità e del nuovo esoterismo nel corpo dell'antica Massoneria. Fu questo il compito della "Emulation Lodge of Improvement", che venne chiamata a verificare le fonti e proseguire la ricerca, come pure a mantenere rigidamente il rituale approvato.
Apparentemente le sue funzioni sono antitetiche, perché il risultato di ricerche più approfondite è nella pratica sempre innovativo, anche se lo scopo è l'ortodossia rituale od esoterica che sia.
La cattiva esperienza della divisione fraterna, pur tuttavia, portò alla considerazione che non esisten¬do, né in via teorica che pratica, un rituale perfetto ed originale, una ragionevole e saggia convenzio¬ne ne rappresentava la miglior sostituzione.
Nel Rituale Emulation si riconcilia l'antica Massoneria, con le sue connotazioni operative e deistiche, e quella moderna, teista e più marca¬tamente esoterica e misterica. La confluenza delle due correnti ne designa correttamente l'at¬tuale regolarità e validità dell'Iniziazione massonica e della sua filiazione tradizionale, ambe¬due dubbie all'origine Andersoniana.
La tesi che la documentazione riportata ci con-ferma è quella dell'importanza del Rito Emula-tion, pilastro della regolarità nell'ambito della Massoneria Universale.
Le Grandi Logge estere hanno tutte, nel loro seno, il Rituale Emulation, a cui è riservata inoltre la funzione di installare i Maestri Vene¬rabili di ogni Loggia e Rito.
Questa facoltà, di rigida applicazione, fa sì che nelle Grandi Logge estere non sia riconosciuta la qualifica di Venerabile a chi non è stato in¬stallato secondo il Rituale Emulation, in cui viene inoltre trasmessa la parola di passo di Mae¬stro installato ed i relativi segni di riconoscimento. In Italia il Rito Emulation fu introdotto dopo che, durante la Gran Maestranza Salvini, la Massoneria italiana venne riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d'Inghilterra.
L'annuario americano della Massoneria Univer¬sale riporta che circa venticinque Logge italiane - all'obbedienza del Grande Oriente d'Italia - seguono il Rituale Emulation. A Firenze, in cui nel 1973 fu installata la prima Loggia Emula¬tion, ve ne sono quattro. L'appassionata appli¬cazione e ricerca rituale di tali Logge non è ap¬poggiata purtroppo da una bibliografia in lingua italiana in grado di esplicare e commentare storia, rituali, finalità del Rito, la cui conoscenza da parte della grande maggioranza dei Fratelli è scarsa e quindi insufficiente ad apprezzarne la natura. L'apparente complessità, la concezione più arcaica e tradizionale, il permanere di ele¬menti originari degli operativi, l'aderenza rigida al rituale primitivo ne formano il suo particolare fascino, la sua specifica aderenza all'esoterismo latomistico.
Per quanto si escluda qualsiasi allusione confes¬sionale o religiosa, nello svolgimento del rituale le invocazioni al Grande Architetto ne dimostrano la sacralità deista, che in Massoneria non è una formalità di principio, ma ne rappresenta l'aspetto exoterico, necessario supporto di quello esoterico.
Questa caratteristica, spesso carente nelle Obbe¬dienze italiane ed estere, ne forma l'intima essenza, unica possibilità forse, per l'uomo mo¬derno, di esplicare sia un ruolo tradizionale, che l'era attuale molto poco concede, che un impe¬gno civile e umanitario.
Il Rito Emulation, pur derivando, come si è dimostrato più sopra, dalla rinnovata e regolarizzata unità massonica in Inghilterra, è il risultato dell'esperienza rituale di molteplici fonti e dimostra proprio nella sua essenza esoterica che non esistono diritti di primogenitura in questo campo. Gli studi rituali dimostrano che in ogni tempo ed in ogni luogo l'umanità, anche senza reciproche e dirette influenze, ha analogizzato la sua volontà di ricollegamento con i piani spirituali con gli stessi principi, oltre che con le stesse forme. Un rituale non appartiene quindi né ad un luogo geografico né ad un tempo storico, perché ne supera gli aspetti materiali e contingenti. Il Rituale Emulation appartiene quindi alla tradizione ed a tutti quei Fratelli che ad esso si sentono legati come ad uno strumento di regola¬rità e di validità iniziatica e spirituale.


1 - Memorie al Duca di Brunswick (1782).
2 - La Massoneria precedente in rare assemblee generali eleggeva tre Presidenti, chiamati Gran Maestri come i tre rettori delle Officine, che decadevano imme¬diatamente alla chiusu¬ra dei lavori. L'elezione di un Gran Maestro fu dunque un'innovazione moderna.
3 - R. Guénon, Scritti sulla Massoneria, su "Rivista di Studi Tradi¬zionali", n. 54-55, gen¬naio 1981.
4 - A. Robert, La Franc-Maçonnerie oublié, Laf¬font Evreux 1985.
5 - G. d'Alviella, Le origini del Grado di Mae¬stro, Oggero Carmagno¬la 1989.
6 - Ancora il 17 agosto 1732 si aprì a Londra una Loggia francese all'insegna "del Duca di Lorena", solennemente installata dal Gran Mae¬stro della Gran Loggia di Londra; il verbale della seduta ricorda "il Maestro, i Sorveglianti, i Compagni e gli Ap¬prendisti della Loggia francese". Degli altri Maestri non si fa cenno. G. d'Alviella, op. cit., pag. 41.
7 - Lettera di Prichard al Plain Dealer e riprodotta nel testo The Grand Mystery of Free Masons Discovered, 1725.
8 - S. Prichard, op cit.
9 - R. Gould Freke, A concise story of Free Masonry.

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